CRISTINA BALMA-TIVOLA

KRI "muovere [k] liberamente [ri]" | STI "stare [s] in moto [ti]" | NA "effetto [ā] del soffio vitale delle acque [n]"

Sul visitare musei e mostre d’arte

 

Non credo vi sarà sfuggito – ma nel caso ve lo segnalo io adesso – che nei giorni scorsi è stata lanciata una nuova applicazione gratuita, Google Art Project, che consente a noi utenti – sulla base della tecnologia per la navigazione già sviluppata da Google Street View, di percorrere i principali musei d’arte mondiali (al momento 17), con la possibilità di visualizzare alcune
delle opere di maggior prestigio esistenti e di ottenere informazioni dettagliate sull’opera in sé e sull’artista che l’ha realizzata.

 

Al momento l’inventario include 1061 immagini,
385 sale, 486 artisti, 6000 panoramiche, che il navigatore può visionare distrattamente oppure approfondendone dettagli che non potrebbe cogliere di persona, essendo state utilizzate – come nel caso della “Nascita di Venere” – apparecchiature fotografiche alla risoluzione di 7 miliardi di pixel. Che ne dite? Un progetto interessante, nevvero? Soprattutto per chi come me una giornata davanti al computer se la prende anche per permettere ai propri occhi di fare una scorpacciata d’arte (per quanto virtuale), ma che quando esce di casa rifugge i grandi musei.

 

 

Ho sempre patito i ‘grandi musei’ – inflazionati da orde di turisti, non visitabili con la dovuta calma o le forme di fruizione a una persona più congeniali, e che infine accolgono opere che una certa tradizione del mercato e della politica ha decretato come capolavori ma che personalmente non ritengo magari tali, non mi fanno vibrare gli occhi, la mente, il cuore. Se visito un museo o una mostra d’arte, il piacere più grande per me sta nel visitare piccole situazioni a modo mio, che vuol dire prendendomi tempo, potendomi sedere per terra, fotografando le opere (cosa che in molti musei è vietata per ovvi problemi di copyright e vendita di cataloghi relativi) ed eventualmente – dove possibile – conoscere artisti e curatori dell’esposizione per comprendere le ragioni dei loro percorsi, della loro vita e della loro espressione/comunicazione attraverso l’opera che hanno prodotto o selezionato.

 

 

 

Una proposta per me davvero interessante, in questo senso, la fa una piccola associazione di amanti dell’arte londinesi, il cui nome non a caso è Artefeelers, che di settimana in settimana seleziona le proposte più curiose dalle gallerie d’arte e dai musei londinesi dell’East End per proporre piccoli tour a piedi pomeridiani in cui visitare 3/4 realtà (stiamo parlando davvero di piccole mostre che appunto in mezz’ora di visita ciascuna danno già un’idea, cui eventualmente accedere successivamente per un approfondimento ulteriore) e parlare con i curatori delle iniziative – facendosi spiegare dell’artista, dei temi e delle prospettive sviluppate, così come delle scelte espositive.

 

Io ne ho fatto uno, di questi tour, con loro, ed è stata una vera gioia. E’ stato come passare dietro le quinte, intrattenere conversazioni con altre persone viventi, e un rapporto ‘fisico’ – di ordine estetico e talvolta estatico – con le opere esposte. Una cosa ben diversa dall’attraversare un Louvre sentendosi un capo di bestiame all’interno di una mandria!