CRISTINA BALMA-TIVOLA

KRI "muovere [k] liberamente [ri]" | STI "stare [s] in moto [ti]" | NA "effetto [ā] del soffio vitale delle acque [n]"

Quando il vetro e il mare s’incontrano…

Amo molto il mare e, quando posso recarmici, riesco a dedicare tempi infiniti al raccogliere sulla battigia ‘preziosi’ vetrini (ovvero i residui di pezzi di vetro erosi dall’acqua salata) – che poi utilizzo nelle composizioni più disparate che mi passino per la mente.
La storia di oggi è quella d’una spiaggia seminascosta tra gli scogli che – a partire dagli anni ’40 – i cittadini di Fort Bragg, in California, avevano cominciato a utilizzare, con estrema noncuranza, come discarica privata. Con il passare degli anni e l’accumularsi di rifiuti di ogni tipo, la caletta era stata soprannominata proprio “The Dumps”, ovvero “La discarica”.
Dal 1967 la North Coast Water Quality Board chiuse la spiaggia e cominciò a ripulirla. Il problema erano però le migliaia e migliaia di pezzetti di vetro, i quali – a quanto pare – si mostravano particolarmente difficili da raccogliere.
Per tale ragione, essi furono lasciati lì, e – sottraendo gli altri materiali – divennero l’unica presenza ‘altra’ (=non naturale) di quella spiaggia. Ma la continua erosione delle onde su quei frammenti li rimodellò, li pulì e li fece brillare – d’una luce così intensa che la spiaggia divenne scintillante.
Una bella lezione da parte della natura, che quasi sembra riprenderci – come una madre affettuosa di bambini un po’ discoli – per farci capire che dobbiamo avere cura di lei come lei ce l’ha di noi, donandoci ancora cose così incantevoli proprio malgrado l’uomo l’avesse deturpata con i propri rifiuti.
Oggi la spiaggia – il cui nome è divenuto proprio Spiaggia del vetro (The Glass Beach) – è un’attrazione turistica controllata dal California State Park System, che sta tentando di trasformare il luogo in parco nazionale.
Noi facciamo il tifo perché ci riesca, vero? 😉