CRISTINA BALMA-TIVOLA

KRI "muovere [k] liberamente [ri]" | STI "stare [s] in moto [ti]" | NA "effetto [ā] del soffio vitale delle acque [n]"

Guerrilla Poetry / ‘Restiamo umani’ / Re(si)stiamo

Un uomo fa quello che è suo dovere fare, quali che siano le
conseguenze personali, quali che siano gli ostacoli, i pericoli o le
pressioni. Questa è la base di tutta la moralità umana.
(Giovanni Falcone)

Se non avessi il senso dell’umorismo mi sarei suicidato molto tempo fa. 

(Gandhi)

[dai blog di Vittorio Arrigoni]

Stamattina accendo il computer, dopo una sera invero felice passata a brindare in collegamento virtuale su un nuovo progetto con amici blogger. E trovo la notizia devastante dell’uccisione di Vittorio Arrigoni – un volontario italiano, giornalista e blogger – in Palestina. Uno che le mani se le sporcava andando altrove, ma parimenti rimaneva critico rispetto alla situazione politica italiana. Uno che aveva uno sguardo internazionale (semplicemente ‘umano’, forse), e sosteneva la vita, la solidarietà e l’amore tra gli le persone e i popoli al di là di confini che voleva – come molti di noi – non esistessero.

Ho girovagato in rete – nel ritmo ansiogeno delle nostre vite quotidiane leggevo talvolta le sue corrispondenze tra le molte altre informazioni cui siamo continuamente sottoposti, ma non con la dovuta attenzione che avrebbero meritato (mea culpa, e ora sono furiosa con me stessa e due volte con una società che ci sta rendendo sempre più frettolosi e superficiali) – e trovato molto su di lui, tra cui un’intervista che è una profonda fonte di ispirazione per tutti coloro che nelle loro vite hanno deciso di resistere a un sistema politico mondiale perverso, disumano, predatorio. Ovvero non per coloro che lo fanno per inerzia, ma proprio quelli che lo fanno scentemente con la volontà di ‘mantenere la posizione’ – per sé e per gli altri.

[youtube https://www.youtube.com/watch?v=SblB2O7AfP4?rel=0]

Oltre al blog nel quale scriveva le proprie corrispondenze dalla Striscia di Gaza (Guerrilla Radio), ne ho visto un altro suo che ospitava pochi post, e in modo discontinuo: Guerrilla Poetry.

In apertura un famosissimo ukiyo-e, l’immagine del “mondo fluttuante”, ma anche del “mondo della sofferenza” – ovvero del ciclo di morte e rinascita che caratterizza l’esistenza umana. E di lì poche fotografie e frasi – alcune composte presumibilmente da lui, altre citazioni che l’avevano evidentemente colpito. Citazioni che sia io, sia i miei conoscenti e amici – coloro che sono la mia ‘famiglia’ allargata – conosciamo bene e condividiamo con forza.

Vittorio Arrigoni concludeva i suoi articoli scrivendo “restiamo umani” e questo pensiero di resistere alle atrocità facendo riferimento ai sentimenti migliori degli esseri umani nella loro dimensione più luminosa è ciò che orienta la mia vita e la mia volontà di resistenza da sempre.

Qualcosa che è la sintesi di un rimanere fermi nelle nostre posizioni, essere noi stessi, fare ciò che facciamo al meglio che ci è possibile, dire “no” quando lo riteniamo necessario e parlare contro l’ipocrisia, la mediocrità, la menzogna, la perversione, lo squallore, la violenza e tutto ciò che ci uccide giorno per giorno, rifiutando di adeguarci a questo stato di cose in cambio del quieto vivere.

Stamattina mi sono svegliata con la violenza inaudita dell’uccisione di qualcuno che era semplicemente uno di noi – di quelli che appunto ‘resistono’. Che non cercano soluzioni facili, che non si voltano dall’altra parte, che magari non sanno neanche cosa fare in certi momenti, ma sanno che è giusto provare a fare qualcosa, e questo con gli strumenti della non-violenza.

Ebbene, io non so più bene cosa fare da moltissimo tempo, ma so che una volta di più cercherò di cambiare le cose almeno intorno a me già col ‘mantenere’ la posizione, e facendo ancora meglio qualsiasi cosa io faccia nella mia piccola vita. Perché questo è già un atto di resistenza, e io voglio rimanere umana, malgrado intorno tutto remi contro.