CRISTINA BALMA-TIVOLA

KRI "muovere [k] liberamente [ri]" | STI "stare [s] in moto [ti]" | NA "effetto [ā] del soffio vitale delle acque [n]"

E noi continuavamo a danzare (anche se c’era la guerra)

Continuavamo a cliccare ‘mi piace’ su stupidi status

Continuavamo a postare foto dei nostri bambini – quelli avuti senza pensare e senza curarci del loro domani

Condividevamo virtualmente video, musiche, poesie, cuoricini e sorrisi

Passavamo ogni sera al bar – sprecando il tempo delle nostre vite in chiacchiere insulse sul più e sul meno, approfittandone per lamentarci

Ridimensionavamo i nostri sogni, auspicando la sopravvivenza e cercando mortificanti alternative bucoliche alla violenza che subivamo quotidianamente

Pur di sopravvivere – in qualche modo.

E là fuori c’era la guerra, che arrivava con corrispondenze su media laterali

E ci sentivamo buoni a cliccare su ‘condividi – ci sembrava l’unica cosa che ormai potessimo fare

Perché la violenza era troppa – troppo continua, troppo articolata

Ci circondava completamente – la polizia armata e i governi di stati ormai totalitari contro i cittadini inermi

Gli uomini contro le donne, gli autoctoni contro i migranti, i fanatici religiosi contro i laici

E bloccava ogni possibile via d’uscita.

E noi continuavamo a danzare – con le nostre menti, i nostri cuori, i nostri corpi esausti.

Muovevamo un passo dopo l’altro sempre più lentamente, senza più alcuna vitalità

Senza neanche più sapere perché continuassimo a farlo.

E poi cadevamo come mosche – uno dopo l’altro.

Ci avevano illuso che contassimo qualcosa – e noi vi avevamo creduto,

Vi avevamo creduto così in buona fede da diventare complici della nostra stessa distruzione.