CRISTINA BALMA-TIVOLA

KRI "muovere [k] liberamente [ri]" | STI "stare [s] in moto [ti]" | NA "effetto [ā] del soffio vitale delle acque [n]"

Cronache odierne dal Balôn e una mia solita piccola – si fa per dire – conclusione (esistenziale).

Arrivo alle 6.45, ma il mio ‘mezzo posto’ è occupato dal furgone di un mobiliere mio futuro vicino di mercato che mi ripete che in 5 minuti mi lascerà lo spazio così che potrò montare il banco.
Infatti se ne andrà alle 8.15 e io potrò allestire il mio posto solo a quell’ora…
Mi hanno assegnato uno spazietto-tappabuchi infimo, sul retro dei banchi che danno sulla strada. Il rigattiere che ho davanti è uno spaccone, e mi propone l’acquisto di 19 dischi in blocco a 90€. Rifiutata l’offerta – non mi interessa vendere in blocco nulla tanto meno agli sbruffoni – replicherà con un “tanto non li venderai mai”.
Infatti 10minuti dopo ne vendo 14 a 140€.
Suka 😊
Il medesimo rigattiere e i suoi soci prendono il mio spazio come il proprio tinello, dove ricevono gli amici, mangiano e bevono, interrompono il (raro) passaggio davanti al mio banco con le proprie cose e mi insultano se glielo faccio notare.
Arretro sempre più sino a finire sul retro del banco alle mie spalle, che capisce e non obietta. Magra consolazione.
D’altronde ho altro di cui preoccuparmi: lo spazio a fianco del mio, enorme, è rimasto vuoto. Due energumeni nordafricani lo osservano, poi lanciano un’occhiataccia a me, quindi fischiano all’indirizzo di altri tizi dall’altra parte della piazza, e quelli arrivano con una serie di biciclette moooolto equivoche.
Il responsabile dell’associazione che assegna gli spazi passa davanti a questo guardando insistentemente dall’altra parte.
Nello spazio così (probabilmente) occupato si alterneranno tutta la mattinata giovani nordafricani e vecchi pugliesi e calabresi dalle sembianze di Totò Riina, e continuamente verranno portate nuove biciclette man mano che saranno vendute quelle esposte.
Non mi sento tranquillissima…
Poi, però, una serie di incontri riescono al solito a incantarmi e a dare una dimensione positiva alla giornata (per tacer dell’ “aver guadagnato quanto basta” per cui alle 13 impacchetto, saluto tutti e me ne vado allegra).
Il mio coetaneo collezionista che sognante mi compra i dischi, dopo mezz’ora di chiacchiere appassionate su Laurie Anderson, Iron Butterfly, Chrome.
E che non batte ciglio sul prezzo per poi concludere con un gran sorriso: “Ok, torno a casa, questo acquisto mi ha reso felice la giornata, non c’è bisogno che rimanga oltre”.
E vedi che gli occhi gli brillano.
L’altro mio coetaneo, bibliotecario presso l’università, col quale si parla di antropologia, culture, Africa, collezionismo, università popolari, iniziative spontanee, musei, in un’ora di grazia, eleganza ed eloquio d’altri tempi che mi manda in brodo di giuggiole.
Un signore innamorato della figlia (futura scrittrice?) per la quale compra un quaderno balinese in foglie di cocco.
Tanti ragazzi e ragazze giovani dai bei sorrisi.
E il barista cui chiedo un tè da portare via e che mi dà, al posto del bicchierone che mi aspettavo, tazza, teiera e vassoio, invitandomi a portarmi il tutto al banco per berlo con calma, e in più pagarglielo poi solo quando, a fine mercato, gli riporterò il tutto.
Perché “dobbiamo trattarci bene e fidarci reciprocamente, altrimenti che mondo orribile sarà?”.
Già, che mondo orribile è e sarà se ci fermiamo ai maleducati, ai delinquenti, agli opportunisti, ai menefreghisti, agli spacconi, ai prepotenti, e non coltiviamo invece fiducia e gentilezza, empatia e coccole, sorrisi e conversazioni, e un po’ di felicità reciproca, un po’ di occhi che brillano di gioia?
Che mondo orribile è e sarà se non lo viviamo già oggi così come vogliamo sia? 🙂