CRISTINA BALMA-TIVOLA

KRI "muovere [k] liberamente [ri]" | STI "stare [s] in moto [ti]" | NA "effetto [ā] del soffio vitale delle acque [n]"

Pubblicare in DIY con un editore a pagamento online

 

Ho pubblicato di recente un libro di racconti di viaggio dal titolo Andare altrove, scaricabile gratuitamente da diversi siti in forma di ebook e acquistabile online (così come ordinabile da qualsiasi libreria) qui.

Nelle ultime settimane, visto che in molti mi hanno chiesto ragguagli in merito alla mia scelta, al modo in cui l’ho concretizzata, a come sto cercando di promuoverla, ho poi scritto una serie di post, pubblicati sulla pagina relativa al libro su facebook, che ora raccolgo in un unico testo sperando sia di utilità per chi vuole autoprodursi, e per dare il mio contributo ai vari dibattiti sul DIY.
Buona lettura.
-> Innanzitutto: la scelta del DIY
Quando ho deciso di non proporre la mia raccolta di racconti a un editore, la ragione è stata che – pur riconoscendo che quest’ultimo avrebbe potuto essere utile con consigli, correzioni, produzione (v. però anche oltre, su questo argomento) e distribuzione – non volevo rischiare di dover cambiare il mio lavoro in funzione del mercato, né dover promuovere il libro con strategie/persone/contesti non di mio gradimento ecc.
Mai e poi mai, poi, ed è un caso ormai frequentissimo, avrei pubblicato con un editore tradizionale che mi avesse chiesto in più un investimento economico a copertura della spesa di produzione del mio libro e del suo lavoro di consulenza e distribuzione: non dico che quelli che agiscono così dovrebbero essere fucilati, ma se sei un editore vero, per me, devi accollarti tutti i rischi e stare dentro una pubblicazione perché ci credi, altrimenti sei un service editoriale, e allora molto più onesto dichiararlo, e non dichiararsi ‘editori tradizionali’ e poi agire come service.
Purtroppo, viste esperienze di pubblicazione pregresse, editori così sono ormai rari, e pure loro devono comunque confrontarsi con il mercato per sopravvivere. Cosa che io non volevo fare, per quanto possibile, visto che la mia sopravvivenza, invece, non dipende da questo libro e da quante copie sarei riuscita a vendere (pur se l’impegno uno ce lo deve mettere, se fa le cose seriamente, affinché il libro venga distribuito e letto quanto più possibile, altrimenti tanto vale non pubblicarlo).
Insomma: non volevo vincoli alla mia libertà.
Il che significava prendersi tutti gli oneri che sarebbero stati di sua competenza: la libertà ha il costo non solo economico, ma anche quello della responsabilità e dell’impegno in prima persona.

-> Ciò che si deve fare da soli se si sceglie il DIY

Rientrata dalla Spagna la scorsa estate, mi sono allora dedicata sia a completare la scrittura dei racconti, sia a cercare quale service editoriale potesse pubblicarli. In parallelo ho chiesto anche a tipografie editrici per la stampa, ma i costi che avrei dovuto sostenere per un centinaio di copie – questa la prima fornitura richiesta – si sono subito rivelati impraticabili.
Se si opta per la soluzione DIY, ciò che si deve fare per conto proprio, a grandi linee, è quanto segue:
1) scrivere ovviamente il proprio testo, correggerselo (o chiedere in giro a qualche anima competente e buona di aiutarti a farlo), verificando indice e corrispondenze delle pagine ecc., scrivere la 4a di copertina, inventarsi il titolo ecc.
2) scegliere formato, carta (di copertina e interno), rilegatura
3) inventarsi tutta la grafica della copertina e del testo interno
4) impaginarselo
5) sostenere la stampa delle copie che uno vuole stampare per sé e/o per venderle direttamente e/o per metterle in conto-vendita presso librerie ecc.
6) eventualmente cogliere opportunità pagandole in prima persona (es.: ISBN)
7) adempiere agli obblighi di legge (deposito legale)
8) organizzare la distribuzione
9) organizzare la promozione (social marketing, presentazioni, partecipazione a eventi, ecc.).
Un discreto impegno, nevvero?
Di tutto ciò un editore serio a) s’accollerebbe tutte le spese e b) si occuperebbe di tutti i punti dal 2 al 9 (chiaramente per alcuni di questi in relazione con voi).
Di tutto ciò, un tipografo editore si occuperebbe esclusivamente di coadiuvarvi nel punto 2 e nel realizzare – a vostro pagamento – il punto 5.
Di tutto ciò un editore a pagamento online vi coadiuverebbe nel vostro lavoro per realizzare i punti 2, 3, 4, 6, 7 (e se si sostituisse a voi si farebbe pagare appunto per fare anche questo lui), vi accollerebbe tutte le spese dei punti 5, 6, 7, e demanderebbe interamente a carico vostro la questione distribuzione (esclusa la messa online in distributori quali magari Amazon, IBS, ecc., o la distribuzione presso librerie convenzionate).
I modi in cui gli editori a pagamento online agiscono, i servizi che offrono, l’efficacia e la concretezza nel mantenere l’impegno preso variano però notevolmente.
-> Perché ho scelto StreetLib
Ho dedicato quindi una decina di giorni a cercare online tutte le informazioni possibili sui vari editori a pagamento online, individuando a volte anche tavole sinottiche dei vari servizi che offrivano, e leggendo soprattutto in recensioni e forum la valutazione dei medesimi autori. Di fatto, tra mondiali e italiani che agiscano a livello nazionale e con una certa continuità ve ne sono solo una decina (eh sì, non ve ne sono moltissimi).
Questi offrono stampa su richiesta dell’autore (d’ora in poi POD), stampa su richiesta dell’acquirente (d’ora in poi POS), pubblicazione online come ebook sia su i propri siti, sia su piattaforme nazionali o internazionali. Alcuni forniscono anche servizi vari sia utili per la promozione del libro (ad es. attribuzione del codice ISBN), sia per la distribuzione (ad es. messa online su distributori quali Amazon), nonché per tutte le fasi della sua produzione con varie forme di consulenza.
Su internet troverete di tutto e di più per fare lo stesso lavoro che ho fatto io. Ciò che ho spesso riscontrato è stata la profonda delusione degli autori per una qualità di stampa/rilegatura pessima, per mancate consegne nei tempi/modi previsti, per mancanza di relazione e reperibilità – qualora non si optasse per servizi a pagamento – con lo staff editoriale, e infine per promesse garantite e poi non mantenute: per chi desidera fare lo scrittore e sceglie obtorto collo la soluzione DIY, certe campagne pubblicitarie sono decisamente suadenti, ma possono rivelarsi foriere di frustrazione e sofferenza.
StreetLib mi sembrò alla fine la realtà più seria e misurata, la più cauta nelle proprie offerte, la più onesta a livello di relazione autore-editore con contratti standard (non esclusivi) già visibili online, schietta su quali servizi offriva e quali no, e sui vari sbattimenti che si sarebbe dovuto fare l’autore. E inoltre era quella i cui autori scrivevano molte recensioni entusiaste e felici, e – volendo anche ipotizzare il peggio – queste erano troppe e troppo a pioggia in diversi contesti per essere state commissionate.
Oppure erano dei geni della truffa…
-> Le condizioni
StreetLib pubblica ebook e testi a stampa (POD o POS, cfr. paragrafo precedente) – questi ultimi in diverso formato, carta e altre caratteristiche a scelta dell’autore. In entrambi i casi, fornisce tutte le info necessarie online e indica anche i programmi online gratuiti per scrittura e impaginazione.
L’autore può risolversela interamente da solo cominciando a scrivere e pubblicare per conto proprio il proprio ebook, POD o POS direttamente dal sito di tal servizio editoriale, oppure può contattarli via email e chiedere un preventivo sulla base della lunghezza e delle scelte che compie per la propria pubblicazione POD (formato, carta, copertina, colore ecc.) o un preventivo che tenga conto di servizi specifici a pagamento di cui potrebbe aver bisogno per l’ebook, il POD o il POS (dalla correzione di bozza all’impaginazione, alla composizione della copertina, alle conversioni dei formati necessari per ebook e stampa ecc.).
Personalmente, io ho inviato una email in cui spiegavo il mio progetto, il formato scelto, la carta, la copertina, il colore e chiedevo un preventivo di massima per un POD di un certo numero di copie senza servizi aggiuntivi. Parimenti chiedevo come realizzare un ebook da mettere online gratuitamente, come ottenere un ISBN, e come distribuire via Amazon il POS.
La risposta, giunta in un paio d’ore (come sempre sarebbe stato da lì in poi), è stata ottima in termini economici, e mi lasciava, a livello contrattuale, i diritti totali sul mio lavoro, con la possibilità di diffonderlo dove volessi anche in regime di concorrenza. Sono inoltre stata seguita sempre dalla medesima persona in ogni fase del lavoro, che è stata di rara gentilezza, pazienza, aiuto per la realizzazione del mio lavoro così come desideravo, dandomi informazioni, consigli, link decisamente utili ed efficaci, e coadiuvandomi sul serio nella (giustamente mia, ché quelli erano gli accordi) produzione del mio lavoro.
In pratica, dei punti indicati precedentemente rispetto a ciò che ti devi fare, tu autore, per conto tuo, me li sono fatti, me li faccio, e me li farò tutti per conto mio, coadiuvata dal 2 al 9 dal loro sostegno di informazioni via email (e in alcuni casi da servizi erogati, in via promozionale, gratuitamente, tipo l’assegnazione dell’ISBN o la pubblicazione di ebook e POS su Amazon). Ma il lavoro lo devo fare io.
Qualora avessi voluto, però, sin dal 1° punto avrei potuto avvalermi della loro consulenza a pagamento, e – di fatto – è ciò che loro stanno promuovendo in questo periodo.

Ciò detto, la mia sensazione è stata che, se appunto è chiaro cosa fa uno (l’autore) e cosa fa l’altro (l’editore a pagamento), e si segue l’antico adagio “patti chiari, amicizia lunga”, così come non si sceglie il DIY per ripiego – ovvero allettati da campagne pubblicitarie che alimentano l’ipotesi di realizzare per quel tramite un primo passo verso una carriera altrimenti inaccessibile – con quindi tutte le aspettative rispetto a un editore tradizionale che qui in gran parte non sono contemplate, il risultato sia valido.

O, almeno, tale è stato per me rispetto a quelli che erano i miei intenti.
-> Concretamente: la produzione e stampa di Andare altrove
StreetLib propone specifici formati e carte tra le quali scegliere quello di nostro gusto per il POD, ovvero le copie che ci facciamo recapitare e inviare a casa.
Per la mia pubblicazione, tra le opzioni disponibili, ho scelto la seguente combinazione:
– formato 127x203mm
– carta crema 70gr per l’interno (stampa bn)
– carta 300gr plastificata opaca per la copertina (stampa colore)
– brossura (ovvero rilegatura) filo refe (ovvero cucita+incollata) [n.b.: quest’ultima opzione non è a scelta, bensì viene data di default].
Per il resto, ho curato personalmente tutti gli aspetti della produzione, come indicato nei paragrafi precedenti – dalla scelta dei font all’impaginazione e alla composizione della copertina – e ho pagato la stampa relativa per le copie che mi interessavano.
Il codice ISBN era in promozione gratuita al momento della stampa POD e della realizzazione del POS del libro.
La pubblicazione dell’ebook online su Stores (libreria online di StreetLib), Amazon Kindle, GooglePlay e iTunes era gratuita.
La pubblicazione del POS su Stores (libreria online di StreetLib), Amazon.com, Amazon.it/es/de/fr/ukparimenti gratuita.
I diritti della pubblicazione rimangono a me, che appunto potrei anche stampare altrove in regime di concorrenza. Non mi sono preoccupata della SIAE in quanto non sono autrice iscritta a quella con obbligo di deposito e per ‘proteggere’ il mio testo ho messo una licenza CC in base alla quale chiunque può copiare, riprodurre, diffondere il libro in qualsiasi modo basta che citi l’autore, che non sfrutti la cosa a livello commerciale e che non ne tiri fuori opere derivate (dove quest’ultima cosa è però negoziabile: scrivetemi e ne parliamo).
Il deposito legale lo devo fare io, ma mi sono state date indicazioni puntuali sul modo in cui devo farlo.
Parimenti, per tutto quello di cui avevo bisogno, ho consultato il loro forum e – quando non vi trovavo ciò di cui avevo bisogno – mi sono appunto rivolta a loro via email.
Il costo del cartaceo, infine, l’ho deciso io, previa verifica che avesse un senso – ovvero che non ci andasse nessuno in perdita – ché altrimenti è darsi la zappa sui piedini da soli.
Ma tutto il virtuale – kindle, ebook in vari formati ecc. – è assolutamente gratuito per mia scelta, perché, secondo me, chiunque deve poter godere di passione, immaginazioni, racconti e magari (perché no?) riceverne buone ispirazioni, pure se non può permettersi di pagarli.
L’idea che i racconti intorno al fuoco siano un servizio o un prodotto mi sarebbe comunque inaccettabile, e il prezzo di copertina lo vedo più come una copertura della spesa della stampa + offerta a cappello da parte della comunità per permettere a me, loro autrice, di continuare in futuro a produrre altri racconti e farli circolare, sempre con questo medesimo spirito di dono.
-> Concretamente: vendita e promozioni (social) per Andare altrove
StreetLib, come indicato, pubblica l’ebook su Stores (libreria online di StreetLib), Amazon Kindle, Bookrepublic, GooglePlay, iTunes, mentre il POS è disponibile su Stores (libreria online di StreetLib), Amazon.com, e tutti gli Amazon europei (it/es/de/fr/uk).
Fatto ciò, rimane la vendita diretta di persona e quella nelle librerie in conto-vendita.
La prima funziona nei termini che l’autore vendere di persona – brevi manu o a distanza – il proprio libro tra quelli realizzati con il POD, ottemperando agli obblighi di legge e quindi con ricevute e finale dichiarazione del reddito.
La seconda (il conto-vendita) funziona nei termini che librerie che hanno interesse a vendere il libro ne tengono un tot di copie e dopo un certo tempo concordato si trattengono una percentuale e danno all’autore la propria percentuale + restituiscono l’invenduto. Incluso in tale azione c’è di nuovo la questione del pagamento delle tasse [per informazioni più specifiche su entrambi i casi, cercate le esaustive informazioni online].
Per quanto riguarda la promozione ‘social’, ho di nuovo consultato il forum e il blog di StreetLib, facendomi una cultura… Chiaramente qui vengono consigliati l’uso di un blog personale, Facebook, Twitter, Instagram, e via dicendo, nonché la realizzazione di una newsletter, e per ogni tipologia social viene indicata una strategia adattabile a testo, autore e obiettivi.
Io che non sono tecnologicissima, e che non ho troppo piacere d’esserlo, mi sono fermata a
– blog personale che ho da sempre (in forma doppia: http://cbalmativola.blogspot.comche ospita CV e sintesi di tutte le mie produzioni accademiche e http://cargocollective.com/cristinabalmativolaper tutto l’ambito della mia produzione artistica) cui dovrò decidermi ad associare una newsletter;
– Facebook dove ho una pagina dedicata al libro, una pagina dedicata a me, e un profilo personale (e, importante, curo le prime due secondo indicazioni trovate nei vari articoli del blog di StreetLib);
– Twitter dove mi fermo a lanciare un urlo ogni volta che esce un post su Andare altrove su Facebook o sul blog(sì, ecco, io lancio urla… ché l’idea di cinguettare mi fa venire voglia di imbracciale un fucile).
-> Concretamente: presentazioni in giro di Andare altrove
Raccontato nel paragrafo precedente qualcosa su promozione e vendita, qui vi racconto qualcosa sulle presentazioni (ché se una cosa non si sa che esiste, manco uno la può desiderare) che sto organizzando adesso, visto che Andare altrove è sì uscito per Natale in una piccola tiratura, come detto, che ha già coperto le spese della stampa così come mi ha lasciato un numero cospicuo di volumi che posso tanto usare in giro gratuitamente per autopromuovermi quanto vendere, ma è e rimane soprattutto una lettura primaverile ed estiva, pieno com’è di riferimenti al calore, al sole, al mare, e soprattutto al viaggiare!
Le presentazioni sto organizzandole quindi ora perché abbiano luogo durante la primavera sino all’estate.
Per prima cosa, ho chiesto a conoscenti e amici che vivono in tutta Italia di indicarmi, a livello locale, quei luoghi che secondo loro sarebbero adatti per appunto ospitare una presentazione-reading del libro. E poi ne ho cercati parimenti per conto mio, seguendo coraggiosamente anche le ispirazioni più assurde (d’altronde devo risponderne solo a me stessa).
Questi luoghi possono essere librerie, ma anche posti che hanno collegamenti indiretti con i contenuti del volume, oppure ancora luoghi che per mille ragioni possono essere di interesse dell’autore o dove questi si immagina di trovare il pubblico di lettori cui vuole rivolgersi.
Personalmente la mia scelta, in questo caso, si allinea al discorso anche politico che spesso accompagna il DIY. Di fatto, quindi, escludo quanto più possibile qualsiasi realtà istituzionale, qualsiasi sede di partito, di credo religioso, d’associazionismo d’una matrice o dell’altra, nonché progetti socio-culturali che derivino da iniziative dall’alto (amministrazioni statali) o da realtà a vario titolo impegnate nel sociale.
Sono incline però ad accogliere biblioteche, così come progetti spontanei o comunque non finanziati dalle amministrazioni locali o nazionali.
A livello sociale, qualsiasi realtà indipendente mi vede ben contenta e partecipe, ivi inclusi, quindi, spazi occupati, radio libere, festival/fiere di autoproduzioni ecc.
E poi realtà private d’ogni sorta sulla base delle informazioni che ho e della mia scelta personale: dalle librerie ai cafè, dalle gallerie di ogni specie ai salotti di casa degli amici/conoscenti, con una predilezione – ça va sans dire – per trattorie, enoteche e osterie. D’altronde è mia intenzione, nel contesto di tali presentazioni, offrire un buon bicchiere di sangria per rimanere in tema coi contenuti del mio libro e farli meglio ‘assaporare’ ai miei lettori, quindi… preparatevi!
Funzionerà tutto ciò? Non funzionerà? E chi lo sa? Sono appena all’inizio, sarà il tempo a rispondere! Io intanto lo faccio, secondo quell’attitudine tra l’anarchico e il DIY per cui “se voglio una cosa, comincio a farla”.
Ché poi la strada è lunga ma anche appassionante, e – come sa qualsiasi viaggiatore – alla fine non è neanche troppo la meta che conta, ma il tragitto che si percorre e il piacere nel percorrerlo, le cose che si imparano, le persone che vi si incontrano.
D’altronde ho scritto un libro esattamente per far provare questo a chi l’avrebbe letto, e non rinuncio in alcun modo a continuare a vivere tal avventura – e qualsiasi avventura! – in prima persona, vada come vada!
PS1.  Chiaramente ho dovuto mettere il nome del service con cui ho pubblicato, ma lungi da me sospetti che ne guadagni qualcosa o vi faccia pubblicità, seppur indiretta. Questa mia è una testimonianza, poi se voi foste presi bene da altri service fatemelo piuttosto sapere, così integriamo le info!
PS2. Se avete da suggerirmi dove potrei presentare/promuovere il libro o ne volete una copia, contattatemi!